venerdì 16 novembre 2018

lunedì 10 settembre 2018

A ottobre riapre l’UNITRE di MURO LUCANO,

A ottobre riapre l’UNITRE di MURO LUCANO,

associazione che si occupa di diffusione della cultura e di aggregazione sociale.


I corsi previsti per l’anno accademico 2018/2019 sono:

- Religione
- Fotografia
- Biologia vegetale applicata
- Medicina generale
- Scienze agrarie
- Ballo di gruppo
- Pilates
-Artigianato Artistico (perline,laboratorio espressivo manipolativo, laboratorio di pigotte)
-Cultura generale
-Psicologia
-Lingue straniere: Inglese, Spagnolo
-Letteratura Italiana
-Canto

La quota annuale (€ 40,00) consente di accedere a tutti i corsi.

Può partecipare chiunque abbia voglia di socializzare, imparare, incrementare il proprio bagaglio culturale, svagarsi.
Non è richiesto alcun titolo di studio.

A partire dal 24 Settembre 2018, dalle 17.30 alle 19.30, dal lunedì al venerdì, si effettuano le iscrizioni per il  10° anno accademico presso la segreteria sita al Palazzo della Società Operaia di Mutuo Soccorso in Piazza San Marco.

I corsi avranno inizio il 1 Ottobre 2018.

Per informazioni 330355033

IL PRESIDENTE
Filomena Nigro

lunedì 4 giugno 2018

Premio San Gerardo Maiella ed.2018. Premiazione 9 giugno 2018










Serata di premiazione dei vincitori del premio San Gerardo Maiella.
Sabato 9 giugno alle ore 17,30
presso il salone delle feste della Società Operaia di Mutuo Soccorso,
piazza San Marco Muro Lucano.


Vota il "Sentiero delle Ripe di Muro Lucano" come Luogo del Cuore

Invitiamo tutti a votare il "Sentiero delle Ripe di Muro Lucano
come Luogo del Cuore per Il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare del FAI (Fondo Ambiente Italia). 

Invitiamo inoltre a non creare nuovi luoghi del cuore su Muro Lucano per dare massimo risalto a quelli già presenti ed in particolare al Sentiero delle Ripe in modo da poterlo tutelare e valorizzare. 

VOTA il Sentiero delle ripe ai Luoghi del cuore del FAI



Vota e aiutaci a far conoscere Muro Lucano

giovedì 3 maggio 2018

10 Maggio 2018 - ore 18.00 - Presentazione del libro "Storia di una regina - Giovanna I d'Angiò..."

10 Maggio 2018 - ore 18.00

Muro Lucano
Salone delle Feste della Società Operaia
Piazza San Marco 


Presentazione del libro

"Storia di una regina - Giovanna I d'Angiò e la sua tragica fine nel castello di Muro Lucano"

Intervengono:

- prof. Fiorentino Vecchiarelli
Cenni biografici di Giovanna I d'Angiò e fonti utilizzate per ricostruire la fase di prigionia e dell'omicidio nel castello di Muro

- prof.ssa Hildegarde Rampino
Caratteristiche umane e psicologiche del personaggio

- prof.ssa Nunziata Zampino
Opere letterarie e leggende popolari di cui è protagonista la regina Giovanna.

- Autrice dott.ssa Chiara Ponte
Genesi del libro e rappresentazioni artistiche della sovrana di Napoli

Coordina
- sig.ra Milena Nigro
Presidente Unitre

venerdì 13 aprile 2018

13 aprile - Oggi si ricorda - Salvatore Capezio - Capezio Shoes - Origini muresi per le scarpe più famose del mondo

Salvatore Capezio nacque il 13 aprile 1871 a Muro Lucano (Pz) in un bel Paese sui seicento metri disteso a gradinata sul pendio, zona di gente forte, cara al nostro Ciro Spera, e alla Storia, per la battaglia tra Annibale e Roma. Del resto ognuno di noi ha un “muro” dal quale proviene, se non lucano, almeno familiare.
Il padre, era ingegnere, ma lui volle fare il calzolaio, non sapendo, che sarebbe diventato “il Calzolaio” anzi lo “shoemaker” e non a Muro ma, incredibilmente, nella fantasmagorica New York, New York.
Per fare questo ebbe la forza di imbarcarsi a soli sedici anni per l’avventura e soprattutto, disponendo di un “gruzzoletto”, di riuscire ad aprire, a soli diciassette anni, un negozio a due passi dalla Metropolitan Opera House, con la pretenziosa, ma mai tanto preveggente insegna, “ The Theatrical & Historical Shoemaker.”
Capezio, era un predestinato ed ebbe successo da subito, come tutti quelli di gran talento e di forte determinazione. Le due cose necessariamente devono coincidere.
Lui, come tanti altri italiani, era nato per fare l’artigiano o meglio per fare le scarpe (senza doppi sensi semantici, anche se ci sono italiani, che hanno gran talento, anche nel secondo senso) o meglio le scarpe di danza. Lui le scarpe di danza le faceva bene, a perfezione, perché aveva sviluppato una forte empatia con i sacrifici delle danceurs, e in un certo qual senso voleva alleviare le loro sofferenze e stimolare la loro ambizione. Il passa parola, allora e oggi è più rapido di qualsiasi spot multimediale. Capezio, diviene presto una leggenda e ancora lo é. Tanti furono i grandi artisti che si servirono della sua arte , ma a noi ne sta a cuore, non può non essere così, soprattutto uno, il mitico Fred Astaire.
Il più grande ballerino di tutti i tempi e non perché lo diciamo noi, ma perché, votazione ed elezione senza eguali, lo hanno detto tutti i suoi colleghi Nureyev e Baryshnikov compresi.
Non so quanto merito di quella classe elegante eterea, catartica, pacificatrice, angelica risiedeva nelle scarpe di Capezio , forse non molta, ma a noi piace credere che quest’arte italiana e artigiana, abbia inciso in quello che abbiamo visto e rivisto ancor di più apprezzato, non sapendo ballare neanche la “mattonella”.
Fred danzava su una nuvola e l’America con lui, nessuna ideologia totalitaria poteva fermare il ritmo del suo tip-tap e il mondo gli andò stretto. Chi ballava e ancora balla aveva in mente Fred Astaire, così come chi dipinge ha in mente Michelangelo. Forse per questo, nelle balere si dice “non ti credere Fred Astaire”, forse no nelle discoteche, i giovani non guardano indietro ma avanti.
La sua Ginger, dai frequenti litigi, lo completava ma mai lo caratterizzava. Forse solo in “Never gonna dance” sembrano un unicum, come quelle statuine con il carillon, legate per sempre dalla materia composta e dalla musica.
Nessuno come Fred. Chi può provi; sapeva fare la “veronica” sospesa e laterale esempio di cosa sia il miracolo di gravità e di evitazione; qualcuno faccia scorrere la musica e seguire il ritmo, neanche come l’aria segue il vento e capirà il segreto della vita e quello del tempo e del suono, suo figlio ribelle ma sincero perché anticipa la verità.
Qualcuno guardi il volto di Fred e l’incedere e la rassicurante espressione del tutto e poi dica se un angelo non é così, se non fosse ingabbiato nell’essere. E’ vero, la nostra canonica comprensione e figurazione è obsoleta e distorta perché sottace la percezione estetica. Un angelo, può essere un anziano, magari un clochard, che ti chiede un aiuto o la signora anziana che ti passa accanto e neanche la vedi. Si camuffano, si nascondono, si mimetizzano, non ci sono. Semplicemente Fred, aveva avuto il permesso di manifestarsi ballando o interpretando Papà gambalunga o vestendo frac, cappello a cilindro, top hat, come dice Lui, o cantando Heaven. Balla ancora Fred da qualsiasi parte, ma balla non si può fermare, se è vero che il ricordo sviluppa una verità parallela.
Ci sono alcune luci che non si devono spegnere, per non farci perdere la speranza. Non è più epoca di Fred e poi la sentiamo la prosaica e brutale affermazione: che senso ha ancora tutta quella classe, che poi era semplicità, e quello swing? Il senso perenne dell’eleganza e, soprattutto, della rassegnata, consapevole esaltazione del proprio compito, del proprio impegno, della propria missione. Ognuno infine e in fondo, deve fare bene e di meglio quello che è chiamato a fare sennò tradisce il mandato, lo scopo ultimo. Se si sa fare l’artigiano si fa l’artigiano, se si sa fare il danceur, si danza, si rappresenta qualcosa di musicale di artistico. Si può’ essere poeti o artisti o eroi o anche santi, pensatori e scienziati ognuno in fondo entra, se vuole, in queste tipologie di discorso che aldilà delle tragiche colpe del pronunciante, sembra comunque ispirato dall’alto, nel rappresentare la migliore umanità.
A volte, succede, purtroppo, che i messaggi arrivino per voce sbagliata, oppure che la voce pur se sbagliata, sia autorevole circostanziatamente. Poi, ognuno porta con sé la sua personalità e con i suoi comportamenti, le risposte , se volete a spiegazione per quanto si può, di questa inestricabile incertezza, di questo imperscrutabile caos, che, senza pronunciamenti, è la vita. E non bisogna arrendersi dal farlo, non bisogna smettere di rappresentare se stessi, il meglio di se stessi. Voltaire, il grande illuminista, filosofo e pensatore diceva: datemi qualcosa in cui credere, datemi qualcosa per cui battermi o almeno datemi qualcosa da fare. Non riducete Voltaire, aldilà del sottile irrinunciabile sarcasmo, in quel datemi qualcosa da fare, c’è l’essenza e la “Lanterna” dell’Uomo laico, che se non riesce, proprio, a trovare spiegazioni trascendenti, almeno rappresenta il suo ruolo con dignità e appunto da la sua spiegazione.
Se ami qualcuno e ti dai da fare per lui trovi una spiegazione, dai una soluzione. Fred amava la danza e rappresentava eleganza, armonia (quella che manca) vitalità (quella che si cerca sempre) gioia e allegria nonostante tutto. Lui tra una “cabriole devant”, un “derrier a la second”, ma soprattutto all’inarrivabile “double cabriole” ( al quale rinunciò con l’avanzare degli anni per rispetto a Tersicore) una menege e una pirouette fino al’inarrivabile onomatopeico, tip-tap rappresentava in arte se stesso e in estetica il suo tempo.
La dimostrazione, che questo concetto di rappresentare se stessi aldilà delle fortune e delle sfortune è paradigmatica in Frederick Austerlitz in arte Fred Astaire, il più grande ballerino di sempre anche per George Balanchine.
Lui comincia e si afferma negli anni ’30, quando il mondo raggiunge la perfezione almeno in armonia della raffinatezza borghese a fronte dei tanti problemi sociali del popolo. Ma Lui balla (con Ginger) e incanta e fa dimenticare a tutti le recessioni e i problemi e un po’ tutti alla fine ballano con lui. Ma, il mondo impazzisce sembra un incubo ancora più grande dell’incubo stesso, Lui invecchia ma non si rassegna e danza, indossa il frac e il cappello a cilindro e soprattutto le Sue scarpe italiane con le claquettes sotto e con quel tip-tap sembra rispondere ai colpi di mitragliatrice, con colpi a salve di speranza di vita contro quelli lugubri della guerra. Poi finisce per incanto e chi non si è fermato, torna a danzare, il passo e lo slancio é sempre lo stesso e così nel ‘50 e nel ‘60 come una immarcescibile icona movente, cui il pensiero va grato e speranzoso, nel bene di un sorriso e nel male di un rimpianto.
Lui non si è mai tolto dalla “competizione” , come fanno tanti per stanchezza o sfinimento, per viltà o recondita ripristinata ignavia, spesso per sfiducia o solitudine. Qualcuno dirà grazie con quel successo! Non è così a volte il successo può essere una catena di solitudine e amarezza. Ricordate il mito di Er? Ulisse, potendo, sceglie una vita anonima ma tranquilla. Ma Er non lo conosce nessuno, Ulisse è l’ipostasi dell’Uomo e della sua volontà di conoscenza.
Baldassarre, un altro, piccolo, grande, eroe artigiano, di queste nostre modeste novelle soleva dire (per conoscenza diretta del redattore) che la scarpa ha un’anima al movimento, e un corpo, dove la tomaia è il cuore, la suola le viscere, la linguetta il volto e le stringhe o la fibbia la costrizione della vita. Le claquettes in questo caso la voce e il pensiero. Per questo le nostre scarpe hanno potuto essere calzate da un angelo, per la loro perfezione e per la loro anima di movimento. Ma che anima ha un angelo? Adesso non lo sappiamo, forse lo sapremo. Il nostro Fred grazie anche un minimo a Capezio, era un Angelo, con scarpe artigiane, e quel che a noi ancor più giova, italiane.
Sentite la musica, gli angeli ballano sempre.

fonte: http://www.casartigiani.org/IT/media/racconti-artigiani-nel-tempo/angeli-con-le-scarpe-artigiane-e-italiane

lunedì 9 aprile 2018

14 aprile 2018 - ore 18,00 - presentazione del libro di Domenico Lauria - Brandelli di realtà

Muro Lucano
Salone delle Feste della Società Operaia
14 aprile 2018 - ore 18,00 - 
presentazione del libro di Domenico Lauria - Brandelli di realtà

La protagonista Sara non smette mai di cercare la realtà sia che essa si annidi nei suoi pensieri o nei vicoli e nelle strade di Potenza che l'autore mette sempre in primo piano quasi a voler cercare e ricercare la bellezza di questa città lucana.
L'autore esplora un confine che viene sempre varcato da tutti i personaggi della storia che ruotano attorno alla memoria e alla figura di Sara: il confine tra sogno e realtà, tra vita e morte.
I brandelli sono quelli di un noir nascosto nella scrittura lineare ed efficace dell'autore che riesce a far immedesimare i lettori in tutti i personaggi che si avvicendano a fornire un proprio pezzetto di realtà.

mercoledì 31 gennaio 2018

8 Febbraio 2018 ore 18.00 - MuroLucano - Presentazione del libro: "Lookania" di Arsenio D'Amato

8  Febbraio 2018 ore 18.00
MuroLucano
Salone della Società Operaia Piazza San Marco
 
Presentazione del libro: 
"Lookania" di Arsenio D'Amato
Curatore: R. Lapenta
Editore: Universosud
Anno edizione: 2017
Pagine: 328 p. 
EAN: 9788899432324
La presentazione sarà accompagnata dall'orchestra al plettro "Manfredi " di Avigliano.

Descrizione: Basilicata terra di storie. Basilicata terra di emozioni antiche. Basilicata terra di persone. Persone come Arsenio D'Amato che la sublimano in parole e frasi, raccontandone le tracce. Impronte che lasciano il segno in un'anima che viaggia attraverso tutti i suoi paesini per ritornare più ricca. "Lookania" è proprio questo. Un viaggio dell'anima in cui le impronte che ci lasciamo dietro non sono solo quelle della nostra Renault 4 che solca il terreno.(fonte ibs.it)

Proclamazione vincitori XV edizione Premio San Gerardo Maiella (2023)

E' stato pubblicato l'elenco dei vincitori della XV edizione del Premio San Gerardo la premiazione si svolgerà a Muro Lucano (PZ) il...